23 agosto 2012

I BUONI, I VIOLENTI E GLI INDIFFERENTI - Il tempo del terrore andriese

Andria, ore 24 circa di lunedì 20 agosto, Corso Cavour. Poche urla, mugugni in dialetto andriese, parolacce, qualche spintone. I tavolini del bar vanno per aria, volano pure le bottiglie di vetro in mezzo alla folla. Poi pugni e calci. Corsa per fuggire dai violenti che mettono terrore nelle vie del centro tutte le sere. Mettono terrore colpendo i più deboli. Quei poveri ragazzi che corrono via co
n le lacrime agli occhi, a nascondersi da qualche parte per fuggire alla violenza inaudita di chi spadroneggia quotidianamente. Tutto davanti agli occhi silenziosi e indifferenti di giovani andriesi, che stanno zitti non per omertà ma per paura. Giovani andriesi, ragazzi per bene che non vogliono compromettersi con i violenti, perché se lo fanno, prima o poi dovranno rispondere non alla Legge, bensì alla non-legge. L’arrivo tempestivo delle Forze dell’Ordine (quattro Carabinieri e due Vigilanti) crea sgomento, poi silenzio. Della rissa restano i vetri delle bottiglie lanciate, e qualche goccia di sangue per terra, di quei ragazzi ingiustamente picchiati, che sono andati a nascondersi chissà dove, per scampare a chi può essere anche capace di uccidere di botte. Un breve scambio di battute delle Forze dell’Ordine con alcuni giovani che continuano ad aver paura fa tornare tutti a casa sani e salvi con una piccola riflessione: “Andria è grande, le Forze dell’Ordine sono poche, i fondi mancano, i violenti sono tanti”. Cosa fare dunque? I saggi affermano che serve una “rivoluzione culturale”. Un cambiamento che ci porti a far valere la Giustizia sull’ingiustizia, la Non-Violenza sulla violenza. I saggi hanno ragione, ma questa riflessione non basta. C’è bisogno di qualcosa in più. C’è bisogno di Sicurezza. Una sicurezza che ormai più nessuno dona agli uomini, ai giovani e tantomeno alla città. Possiamo inventarcela la Sicurezza, cittadini e Istituzioni assieme, siamo disposti a farlo. Ma non venite a dirci che i primi a poter fare qualcosa siamo noi, i cittadini. I cittadini devono agire, ma con le opportune garanzie, quando hanno le spalle coperte, quando non rischiano ritorsioni. I cittadini hanno paura di denunciare, hanno paura di guardare, hanno paura di interessarsi perché rischiano, non perché non vogliono. I giovani che non sono violenti sono disposti a rinunciare ad un evento in più in Città, in questo periodo di “vacche magre” dal punto di vista economico e civile, in cui non possiamo permetterci un paio di uomini delle Forze dell’Ordine che vigilino e permettano ai giovani cittadini di stare tranquilli e divertirsi per il centro della città nelle calde serate di estate. Non servono i militari, serve un po’ più di sicurezza. Solo questo. Se non cominciamo a fare delle scelte, arriverà il giorno in cui il far west andriese sarà completo. E allora non ci sarà più nulla da fare, perché non ci sarà più distinzione tra bravi e cattivi ragazzi. Allora saremo tutti cattivi, e per questa città sarà più facile peggiorare che migliorare. Aiutateci, care Istituzioni, aiutateci! Non abbiamo la presunzione di avere la soluzione, vogliamo cercarla insieme, dateci la possibilità di essere sereni e collaborare per il Bene Comune con e accanto a voi, ma non da soli! Abbiamo paura che ci scippino, abbiamo paura che ci rubino l’auto nuova acquistata con tanti sacrifici, abbiamo paura di essere uccisi di botte perché non fumiamo e non possiamo offrire la sigaretta ai violenti. Siamo per la cultura, quella cultura che edifica la civiltà. E in civiltà bisogna investire (anche denaro). Non è più il tempo per i falsi moralismi, è il tempo di fare ordine.
Noi ci crediamo e soprattutto ci siamo!